23 December 2025

Neverending tourism: nasce una nuova opportunità digitale per le imprese dei viaggi

Una nuova offerta turistica fatta di contenuti online o di prodotti del territorio (visite a musei e città, attività sportive ambientate nelle destinazioni ma praticabili virtualmente, corsi di cucina legati ai territori visitati…), distribuita tramite canali digitali sia da destinazioni sia da singoli operatori, per anticipare nel pre-viaggio e proseguire nel post-viaggio la relazione con il cliente e generare ulteriori fonti di ricavi. E’ il nuovo fenomeno del cosiddetto “neverending tourism”, ossia dell’estensione dell’esperienza turistica nel tempo e nello spazio. Una tendenza favorita dal contesto che stiamo vivendo e dalla conseguente fruizione crescente di contenuti digitali. Stando infatti agli ultimi dati dell’Osservatorio innovazione digitale nel turismo della school of management del Politecnico di Milano, nel corso del 2020 il 40% degli Internet user avrebbe aumentato il tempo dedicato al video entertainment. Ecco allora che molte realtà stanno oggi lavorando per trarre valore da questa novità, con il 42% delle strutture ricettive che ha per esempio iniziato a offrire ai propri clienti l’acquisto di prodotti enogastronomici o di artigianato tramite e-commerce.

La dilatazione dell’esperienza turistica garantita dal neverending tourism allarga inoltre la richiesta di esperienze leisure oltre il tradizionale periodo di ferie. Il tutto, mentre la possibilità sempre più diffusa di lavorare da remoto può dare benefici agli attori del turismo e alle destinazioni, tanto che il 39% delle strutture ricettive italiane ha ospitato clienti in remote working nel 2020.

La necessità di distanziamento sociale ha poi accelerato il già avviato processo di digitalizzazione del journey. Oggi il 30% dell’offerta di ospitalità tricolore adotta soluzioni di pagamento da mobile e dà la possibilità di effettuare il check-in online o da mobile (nel 2019 era solo l’8%); hanno subito inoltre un’impennata le forme di assistenza tramite chatbot (14%, era il 2%) e i tour virtuali delle camere (13%).

“Il 2020 ha segnato una svolta nell’ecosistema del travel – spiega il direttore dell’Osservatorio, Eleonora Lorenzini -. La domanda si è trasformata, ma ha dimostrato una forte reattività non appena si è presentata l’occasione di tornare a viaggiare, dando un segnale molto positivo per le valutazioni sulla ripresa del mercato. Gli attori dell’offerta che riusciranno a superare questa crisi si troveranno quindi di fronte alla possibilità di accelerare verso cambiamenti già in cantiere su temi come la digitalizzazione del journey, la sostenibilità e il neverending tourism. Una rinnovata capacità di collaborazione tra gli operatori del settore potrà essere humus fertile per accettare la sfida o, al contrario, rifugio per rimanere ancorati a vecchie logiche. A ciascuno decidere se scegliere la strada della recriminazione o la sfida dell’innovazione”.

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