25 October 2024

Nasce Trade d’Union. Da un’idea TrustForce e Ggf il progetto per avvicinare offerta ricettiva e adv

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Un progetto nato per salvare la stagione in corso, che intende mettere in contatto le agenzie di viaggio italiane con un’offerta fino a oggi orientata soprattutto alla distribuzione online e ai mercati internazionali. “Al momento sappiamo ancora poco di come si muoverà il turismo nei prossimi mesi. E’ tuttavia decisamente probabile che a prevalere sarà la domanda domestica. Abbiamo quindi pensato di concentrare i nostri sforzi su una serie di strutture target che in passato si sono rivolte soprattutto alla clientela estera. Spaziamo dai resort di varie dimensione ai camping village e ai glamping, passando per l’offerta extra-alberghiera (appartamenti e ville) e per la proposta emergente delle vacanze in barca“, spiega Gian Paolo Vairo di TrustForce che ha deciso di unire le forze insieme al business process outsourcer, Ggf Group, per dare vita all’iniziativa Trade d’Union.

“L’idea – prosegue Vairo – è quella di mettere a disposizione delle strutture la nostra capacità di penetrazione nel mercato domestico delle adv, garantita da una forza vendite di una ventina di persone sul territorio, a cui si affiancherà un numero ancora superiore di risorse da remoto del gruppo Ggf. Una potenza di fuoco in grado di raggiungere 3.500 – 4 mila agenzie in circa un mese e quindi potenzialmente capace di dimostrarsi un supporto fondamentale in una stagione caratterizzata da molte variabili difficilmente prevedibili e finestre di prenotazione mai così ridotte”.

Trade d’Union mira ad affiancarsi agli altri canali di distribuzione già a disposizione delle strutture, sfruttando il crescente appeal che le agenzie hanno oggi su consumatori alla ricerca di supporto consulenziale e maggiori garanzie in termini di igiene e sicurezza. Lo schema di remunerazione si basa esclusivamente sulla capacità di vendita, mentre per le agenzie è prevista una commissione media del 14%-15% variabile a seconda delle esigenze. Previste anche clausole di best available rate e parity rate con le strutture – partner, che si impegneranno a fornire ai clienti piccoli plus come per esempio la camera vista mare, upgrade di sistemazione o welcome drink. Lo scontrino medio dipenderà invece molto da caso a caso, includendo il progetto servizi da 1.500 euro a pratica come quelli dei camping village, fino agli 8 mila euro a settimana e anche di più degli hotel 5 stelle.

Difficile infine oggi prevedere quali saranno gli andamenti tariffari, dipendendo questi da contesti ancora poco chiari. A partire dalla stessa ampiezza dell’offerta, dato che probabilmente non tutte le strutture ricettive della Penisola vorranno o saranno in grado di aprire. “E’ verosimile però che quasi tutti applicheranno inizialmente politiche di revenue management piuttosto spinte – rivela il presidente di Ggf Group, Guido Guidi, che è anche titolare di una piccola compagnia alberghiera, la Begin Hotels, forte di tre strutture distribuite tra Marche e Puglia -. Una volta formato uno zoccoletto di prenotazioni pari a circa il 60% dell’occupazione disponibile, si potrà quindi pensare a politiche tariffarie più articolare e remunerative. Ma è presto per dirlo, visto che a oggi non esiste praticamente struttura con un una occupazione in prospettiva superiore al 20%. Le ultime indiscrezioni sulla bozza del decreto che regolerà la nuova fase di ripartenza, quella del 18 maggio, paiono però andare nella direzione sperata da molte strutture balneari, preoccupate soprattutto delle limitazioni sull’affollamento in spiaggia. La bozza corrente parla infatti di 10,5 metri quadrati a ombrellone. Se fosse l’indicazione definitiva rappresenterebbe in fondo una richiesta di spazi aggiuntivi di appena il 10% superiori rispetto alla media della scorsa stagione. Una proporzione tutto sommato accettabile, visto che fino a poco tempo fa si parlava di riduzioni delle disponibilità fino al 50%”.

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