29 April 2025

Demoskopika: a gennaio ancora 14,4 mln di presenze in meno. I dati del 2020 regione per regione

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iI presidente di Demoskopica, Raffaele Rio

Un calo prevedibile ma comunque pesante. A gennaio il comparto turistico italiano ha registrato 14,4 di presenze e 4,8 milioni di turisti in meno rispetto allo stesso mese del 2020, per una contrazione pari all’80%. Il tutto dopo che l’anno scorso il nostro Paese ha subito un calo complessivo di 232 milioni di pernottamenti e di oltre 67 milioni di arrivi (-53,1% e -51,3% rispettivamente). Sono i dati che emergono da una stima dell’istituto Demoskopika, secondo cui la flessione della spesa turistica totale è stata nel 2020 pari a oltre 20 miliardi di euro, di cui il 73% concentrata in sei sistemi turistici regionali: Veneto, Toscana, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.

Nel dettaglio, il Veneto avrebbe ridotto gli arrivi di 12,2 milioni (-60,4% rispetto al 2019) e le presenze di 44,5 milioni (-62,4% rispetto al 2019). A seguire, in valore assoluto, la Lombardia con una contrazione pari a 9,5 milioni di arrivi (-54,2%) e 22,4 milioni di presenze (-55,4%), la Toscana con una riduzione pari a 8,3 milioni di arrivi (-58,0%) e 28,7 milioni di presenze (-59,8%), il Lazio con una riduzione pari a 6,6 milioni di arrivi (-51,7%) e 19,9 milioni di presenze (-51,0%) e l’Emilia-Romagna con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-52,9%) e 23 milioni di presenze (-57,1%). Da evidenziare che, in chiave percentuale, è la Sicilia a presentare tra i conti più salati, preceduta solo dal Veneto: sull’isola si sono infatti contati meno 3 milioni di arrivi e meno 9 milioni di presenze, con un calo rispettivamente pari al 58% e al 59,6% rispetto ai dodici mesi del 2019.

Anche in termini di giro d’affari, il Veneto è stata la regione ad accusare il colpo peggiore, con un decremento stimato della spesa turistica pari a 3,939 miliardi di euro. Seguono, con sforbiciate rilevanti dei consumi in viaggi e vacanze, la Toscana con 2,570 miliardi di euro, la Lombardia con 2,357 miliardi, il Lazio con 2,205 miliardi, l’Emilia-Romagna con 1,820 miliardi e il Trentino-Alto Adige con 1,610 miliardi. La contrazione del consumo totale di beni e servizi da parte del viaggiatore (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, altri articoli per uso personale ecc.) si sarebbe avvertita, in maniera significativa, anche in altre cinque destinazioni regionali: la Campania con 892 milioni di euro, la Liguria con 752 milioni, il Piemonte con 666 milioni, la Sicilia con 651 milioni, la Sardegna con 497 milioni e le Marche con 407 milioni. Al di sotto della soglia psicologica dei 400 milioni si posizionano quindi i rimanenti sistemi turistici regionali: la Puglia con 388 milioni, il Friuli-Venezia Giulia con 336 milioni, la Calabria con 284 milioni, l’Umbria con 209 milioni, la Valle d’Aosta con 204 milioni, l’Abruzzo con 156 milioni, la Basilicata con 95 milioni e, infine, il Molise con 17 milioni.

«Se si vuole fronteggiare efficacemente l’emergenza sanitaria – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – la politica deve avere il coraggio di fare scelte precise. C’è un problema prioritario di governance, da cui consegue anche la misura dell’efficacia dei fondi messi a disposizione per la ripresa del sistema turistico. Anzi, l’Italia presenta una gestione del turismo caratterizzata da una rilevante frammentazione delle competenze che genera un coordinamento delle politiche sul comparto assolutamente inadeguato. E, così, da una parte, lo Stato centrale vara documenti strategici senza coperture finanziarie, mentre, dall’altra, le regioni, forti dell’attribuzione costituzionale del turismo quale materia di competenza esclusiva, non di rado si sentono legittimate a programmare il turismo in una giungla normativa e attuativa. È ora, quindi di riaccendere i motori del processo partecipativo per attivare alcuni interventi nell’immediato: redigere un nuovo Piano strategico nazionale 2022-2027 alla luce di quanto sta accadendo, consentire alcune riforme strutturali del comparto attraverso un nuovo Codice del turismo e creare un’unica agenzia per la produzione dei dati statistici non soltanto statici ma anche previsionali, in modo tale da rendere più consapevoli e tempestive le scelte dei portatori d’interesse del settore. Il tutto ovviamente coordinato dal ministero del Turismo che si spera venga attivato in tempi brevi». 

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