23 December 2025

Cortina d’Ampezzo ricorda Lacedelli, lo “scoiattolo” che conquistò il K2  

Lacedelli e Compagnoni sul K2

Il 31 luglio del 1954 Lino Lacedelli, ampezzano purosangue, conquistava il K2, primo scalatore assieme ad Achille Compagnoni.
Il duo conquistò la seconda montagna  più alta del pianeta. Lacedelli era parte degli Scoiattoli, un gruppo di arrampicatori non professionisti nato nel 1939 a Cortina e, tuttora, attivo nella scoperta delle meravigliose Dolomiti.
Fu un’impresa straordinaria soprattutto considerando quali erano i mezzi tecnici a disposizione allora, che ancora oggi, a più di mezzo secolo di distanza, fa parlare di sé. 
Ci fu, alle spalle di questa impresa, una squadra di trenta persone, tra i quali Walter Bonatti e Amir Mahdi, il cui contributo si rivelò fondamentale per la riuscita dell’impresa, guidata da Ardito Desio e patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato. L’impresa, di certo estrema, durò circa due mesi per arrivare a tracciare la via che condusse gli alpinisti agli 8.611 metri di quota lungo lo “Sperone degli Abruzzi”, dove furono posti nove campi, oltre al campo base e al bivacco finale Bonatti-Mahdi.

Ghedina, sindaco di Cortina d’Ampezzo

Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, così celebra quell’eroico evento: «La spedizione sul K2 è stata un’impresa titanica che ha dato vita ad una storia affascinante che racconta tutta la passione dell’uomo per la montagna, tanto per la sua bellezza come per i suoi lati “oscuri”. Ostacoli che diventano, nella salita, una sfida con sé stessi. Per Cortina è motivo di orgoglio che questa impresa sia legata anche al nome di un ampezzano, uno degli storici Scoiattoli, un alpinista che è stato protagonista di tante imprese in alta quota, tracciando vie di arrampicata originali e di enorme difficoltà, testimoniando il suo grande amore per le nostre Dolomiti e per tutte le montagne del mondo». 
E Cortina si prepara a celebrare la storia dell’Alpinismo con tante iniziative.

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E mentre si passeggia tra un palazzo storico e un museo, sembra quasi di sentire la città raccontare la sua storia: una storia fatta di fede, cultura e un’identità custodita con orgoglio.\r\nBudva: la magia del mare anche d’inverno\r\nD’inverno Budva cambia volto, ma non perde vitalità. La città vecchia, racchiusa da mura veneziane che profumano di storia, diventa il cuore delle celebrazioni natalizie lungo la costa. Le strade si illuminano, la musica risuona tra le pietre levigate e i mercatini si affacciano sul mare Adriatico, rendendo ancora più suggestiva l’atmosfera.\r\n\r\nQui il Natale ha il sapore del Mediterraneo: leggero, vivace, colorato. Gli eventi culturali animano le giornate e le serate, trasformando Budva in un punto d’incontro per famiglie, viaggiatori e comunità locali. È un Natale che accoglie, che invita a vivere la città in un modo diverso, più intimo e sorprendentemente caldo anche in pieno inverno.\r\nLovćen innevato: dove il silenzio diventa spiritualità\r\n\r\n\r\nSopra Cetinje si alza il profilo imponente del Lovćen, montagna simbolo del Montenegro. In inverno, quando la neve ne ricopre i crinali e il cielo assume sfumature perlacee, il parco nazionale si trasforma in uno dei luoghi più poetici del Paese.\r\n\r\nLa strada che sale verso il Mausoleo di Njegoš, con i suoi tornanti e i suoi panorami mozzafiato, diventa un viaggio nella quiete. Qui l’inverno è fatto di silenzi profondi, di aria sottile e di un senso di contemplazione che appartiene solo ai luoghi in cui la natura domina completamente il paesaggio. È un’esperienza che parla di spiritualità anche senza simboli religiosi: basta alzare lo sguardo, osservare il fiato che si condensa nell’aria e lasciarsi avvolgere dalla montagna per capire che la bellezza può essere un atto di fede.\r\nTradizioni che uniscono: il calore di un Paese che accoglie\r\nLe feste in Montenegro sono intrise di riti che raccontano l’essenza del Paese. Uno dei più sentiti è il badnjak, la tradizione della quercia bruciata la sera della vigilia ortodossa, simbolo di prosperità e rinascita. È un momento comunitario, semplice e potente, che riunisce famiglie e vicini attorno alla stessa fiamma.\r\n\r\nMa il calore più grande è quello dell’ospitalità montenegrina: tavole che si imbandiscono, porte che si aprono, sorrisi che arrivano prima delle parole. In questo Paese l’inverno non divide: unisce.\r\n\r\n \r\nPhoto: NTO Montenegro  www.montenegro.travel","post_title":"Natale autentico in Montenegro: mercatini, tradizioni e un’ospitalità che accende la magia dell’inverno","post_date":"2025-12-18T10:00:29+00:00","category":["estero"],"category_name":["Estero"],"post_tag":[]},"sort":[1766052029000]}]}}