28 March 2024

Genova, dal cantiere del nuovo Museo della Città riemergono resti medievali

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I lavori per la realizzazione del Museo della Città stanno portando alla luce una porzione significativa del tessuto urbano della Genova tardomedioevale, resti che, dalla fine del Cinquecento, giacevano nascosti sotto la pavimentazione della Loggia di Banchi.

I primi interventi archeologici condotti nel mese di aprile avevano già messo in evidenza strutture sepolte e, in particolare, una grande cisterna con volta in mattoni, cronologicamente coeva alla costruzione della loggia nel 1595. Successivamente, sopravvenute necessità di cantiere e accorgimenti progettuali hanno consigliato l’ampliamento delle indagini su un’area più vasta; è emerso quindi un importante complesso archeologico pluristratificato, sigillato dalla costruzione della Loggia dei Banchi, che costituisce uno spaccato inedito e perfettamente riconoscibile della citta tardo medievale. Gli scavi hanno infatti messo in luce un edificio residenziale, affacciato sull’antica viabilità e ingentilito da una loggia in pietra bugnata; al suo interno sono stati individuati i vani voltati pertinenti ai magazzini del fondaco. Questi edifici erano con ogni probabilità proprietà della consorteria degli Usodimare, un’antica famiglia di commercianti, navigatori e armatori genovesi che, già nel XII secolo, occupano i vertici dell’amministrazione cittadina con alcuni personaggi che rivestono il consolato.

I ritrovamenti archeologici fotografano quindi un momento fondamentale dell’evoluzione urbana: ci troviamo in un settore altamente strategico della città, piazza Banchi, nel ‘400 ancora delimitato dalle proprietà dell’Albergo degli Usodimare, poi gradualmente, a partire dall’inizio del ‘500, trasformato in spazi pubblici coperti destinati alle contrattazioni finanziarie. Siamo nel secolo dei Genovesi e la città rinnova il suo glorioso impianto medievale per trasformarsi in una capitale della finanzia europea.

«Il Museo della Città sorgerà in un sito che, alla luce dei rinvenimenti archeologici –  commenta la Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia è Manuela Salvitti –  può diventare un simbolo della nostra storia, confermando la peculiarità di Genova come città tra le più stratificate al mondo. I visitatori del nuovo museo faranno un viaggio nel tempo, nei secoli di storia, nella vita vissuta dalle famiglie e dai mercanti che dal medioevo hanno reso Genova la Superba. I rinvenimenti, ben conservati, di una rilevante porzione di città nascosta da secoli rappresentano oltre che un importante tassello per la ricerca archeologica locale anche un suggestivo elemento che arricchisce l’attrattività del futuro polo museale. Il rinvenimento di una porzione cosi significativa e ben conservata della città tardomedievale all’interno del Nuovo Museo  rappresenta un’eccezionale conferma della sua collocazione strategica, fornendo materiale inedito e nuove suggestioni progettuali per gli architetti e gli archeologi chiamati valorizzare e raccontare la storia della nostra città».

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