5 luglio 2019 08:00
Il decreto sicurezza bis non smette di far discutere. Oltre alla nota vicenda della Sea Watch, ora anche Federalberghi punta il dito contro una misura che potrebbe generare impatti negativi in fase di accoglienza dei turisti. L’articolo 5 della norma riduce infatti sensibilmente i termini per la trasmissione delle generalità delle persone alloggiate nelle strutture ricettive, stabilendo che – nei casi in cui il soggiorno abbia una durata inferiore alle 24 ore – essa debba avvenire «con immediatezza».
«Sino a oggi gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione e la trasmissione dei dati alla questura avvenivano in un momento successivo – ha osservato il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, in occasione di un’audizione alle commissioni I e II della Camera, dove il decreto legge si trova attualmente in fase di conversione -. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti dovranno invece attendere che si concluda la procedura. Nelle ore di punta, si potrebbero creare lunghe code. E l’albergatore si troverà combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto».
Federalberghi propone quindi di emendare l’articolo 5 del decreto-legge «definendo un termine congruo e ragionevole, chiaro e univoco, entro il quale effettuare la comunicazione e consentendo che tale comunicazione venga effettuata mediante collegamento diretto tra i sistemi gestionali aziendali e il portale del ministero dell’Interno». Nucara ha infine concluso il proprio intervento chiedendo «di differire di qualche mese l’entrata in vigore della normativa, per dare allo stesso ministero dell’Interno il tempo necessario per aggiornare le procedure di acquisizione telematica dei dati e consentire il collegamento diretto e automatico tra il cervellone del Viminale e gli alberghi».
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Per il 2024 Airbus prevede la consegna di circa 800 aeromobili rispetto ai 735 velivoli consegnati ai clienti nel 2023 (68 A220, 571 famiglia degli A320, 32 A330, 64 A350) nonostante le difficoltà nella catena dei fornitori. A inizio del 2023 il costruttore aveva previsto la consegna di 720 aerei. In crescita anche l’utile operativo per l’anno in corso previsto tra 6,5 miliardi di euro e 7 miliardi di euro.
«Nel 2023 abbiamo registrato una forte acquisizione di ordini in tutte le nostre attività e abbiamo mantenuto i nostri impegni. Si è trattato di un risultato significativo data la complessità del contesto operativo», ha commentato Guillaume Faury, ceo di Airbus.
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