Un broker di noleggio auto sul mercato italiano da 11 anni, nato da un gruppo di imprenditori italiani appassionati di tecnologia è innovazione. È TiNoleggio, la realtà che offre un servizio di raccolta e di comparazione tariffe di noleggio di veicoli a scopo turistico e lavorativo e che attualmente eroga servizi in gran parte d’Europa grazie agli accorti con centinaia di operatori locali.
“Negli anni abbiamo diversificato il prodotto – racconta Michele Sole, direttore commerciale -, andando oltre al consumer e approcciando al mercato b2b”.
Sul fronte della distribuzione, l’azienda ha stretto collaborazioni e partnership con agenzie di viaggio, network e tour operator. Tra i servizi b2b offerti: condizioni di acquisto su misura, accordi con i principali partner di noleggio internazionali, piattaforma dedicata e personalizzazione voucher. ‘White label’ è invece la proposta di rebranding della pagina web dell’agenzia di viaggi o del tour operator dove integrare il motore di ricerca per il noleggio auto personalizzandolo con i colori e i loghi dell’operatore.
Il nuovo brand: Tinorent
Tra le novità, anche il lancio di un nuovo brand in ottica globale: Tinorent. “È già online per la parte long haul e stiamo aprendo anche nello short. L’obiettivo è far diventare Tinorent il nostro brand di riferimento per essere più competitivi sui mercati internazionali”.
Ma quali sono le leve che rendono la proposta attraente per un pubblico business e leisure? “Sicuramente la leva del prezzo ci rende competitivi – spiega Sole -, ma anche l’essere più piccoli e flessibili ci permette di avere dei prodotti che altri broker non hanno e di rispondere in maniera puntuale e “sartoriale” alle richieste dei nostri clienti”.
Lato corporate, la spinta vincente risiede proprio nell’inclusione nell’offerta di player più piccoli, rendendo la proposta più differenziata, grazie anche alla presenza di operatori locali che permettono di essere più capillari sul territorio.
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L’ultima anno in cui il ’Fellini’ superò tale cifra fu infatti il 2014 - come ricorda Il Resto del Carlino -: in seguito l’aeroporto, a causa di alti e bassi finanziari, chiuse in anticipo la stagione, riuscendo ad arrivare comunque a 473.103 passeggeri. In un'epoca in cui i voli provenienti dalla Russia portavano a Rimini la maggior parte dei passeggeri.
In seguito, la pandemia e la guerra tra Ucraina e Russia che ha azzerato i voli dai due Paesi, quella del 2025 "può essere considerata la stagione della rinascita dell’aeroporto", che potrebbe concludersi con circa 430mila passeggeri e cioè il miglior risultato da quando è iniziata la gestione Airiminum. Un saldo nettamente positivo anche rispetto allo stesso periodo del 2019, con un crescita del +9%.
Il solo mese di ottobre si è chiuso con 42.739 passeggeri, il 36% in più del 2024. "Al di là dei numeri – osserva Leonardo Corbucci – è importante il percorso che abbiamo avviato con Regione, Apt e i comuni costieri con Rimini capofila, per aumentare i voli e portare nuove compagnie". Tra le novità 2026 dovrebbero esserci il volo da Madrid e il ritorno dei collegamenti dalla Germania.
Quest'anno la rotta più trafficata è stata quella da Tirana (volo annuale) operata da Wizz Air: 62.945; a seguire Londra, che quest’anno poteva contare sui voli di tre compagnie: Ryanair, British Airways ed easyJet, tutti confermati per il 2026.
Infine, il volo da Budapest (altra rotta della Ryanair) con 46.372 passeggeri. Bene anche le altre rotte, tra cui Cagliari e Palermo. La low cost irlandese sospenderà il volo da Cagliari per l’inverno, per poi ripristinarlo nella primavera 2026.
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Nel dettaglio, il totale ha raggiunto quota 1.074.939 passeggeri con un - 19% rispetto al 2023, in cui ha toccato quota 1.332.368, ma con un + 22% rispetto al 2022, in cui la cifra era di 891.670 passeggeri. Ancor più significativa è la crescita dello scalo se si considera che nel 2021 il numero dei passeggeri era di 427.893 con un + 151% di crescita.
Per prendere la data di riferimento significativa pre Covid nel settore aeronautico, rispetto al 2019 la crescita è del 161%. Lo scalo veniva, allora, da una crisi che sembrava irreversibile e viaggiava sui 411.438 passeggeri. Dal 2018 in poi, il nuovo management ha innescato una svolta con il recupero dei rapporti con Ryanair e il risanamento del bilancio che, per la prima volta nel 2023, ha chiuso in positivo e che, nel 2024, confermerà lo stesso trend.
«Siamo abituati a ragionare con i numeri a farli quadrare e a farli crescere – ha commentato il presidente di Airgest, Salvatore Ombra -, il -19% di quest’anno nel consuntivo pubblicato da Assaeroporti, ci spinge a voler dare una lettura più approfondita che va al di là nei numeri, nel rispetto non tanto e non solo del nostro instancabile lavoro ma del personale che lavora in Airgest che non si è risparmiato un solo istante in questi anni e, soprattutto, del nostro socio di maggioranza, la Regione Siciliana, che ha creduto e investito nell’aeroporto di Trapani, con imprescindibili ricadute positive nell’economia del territorio».
Il differenziale tra il 2023 e il 2024 è dovuto, quindi, al numero dei passeggeri dirottati da Catania per l’incendio a Fontanarossa, dal 17 luglio al 06 agosto, circa 126.000, sommati a quelli persi per la chiusura al traffico del Vincenzo Florio per i lavori di rifacimento della pista, dal 25 febbraio al 16 marzo, stimabili in circa 30/40 mila. Inoltre, nel 2024 rispetto al 2023 c’è stata una riduzione dell’operativo dei voli di Ryanair.
«Pertanto - conclude Ombra - il divario tra i numeri è viziato dalla chiusura di Catania nel 2023 e da quella di Birgi nel 2024. Senza questi fattori eccezionali la differenza delle due performance sarebbe intorno al 7%, cioè un calo fisiologico. Come vertici stiamo operando – conclude - per la crescita dello scalo e per gettare solide fondamenta per il prossimo triennio, provando ad attirare sempre un maggior numero di vettori».
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