22 December 2025

Actl traccia un primo bilancio del progetto 1001 stage: 91 le esperienze che hanno riguardato il turismo

Oltre mille stage attivati sull’intero territorio nazionale, di cui 313 già conclusi, 349 ancora in essere e 74 trasformati in contratti. Il tutto per un totale di 937 aziende coinvolte, di cui oltre il 90% dichiara di essere interessata a proseguire i rapporti con i candidati anche dopo il tirocinio. Sono questi alcuni dei numeri del progetto 1001 stage finalizzato all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggi promosso dall’Associazione per la cultura e il tempo libero (Actl), con il finanziamento del ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

E tra le aree d’inserimento più interessate dall’iniziativa c’è stata anche quella del turismo e della ristorazione, capace di accogliere il 9,1% delle persone coinvolte. «ll rapporto Tourism satellite accounts in Europe di Eurostat sottolinea come il Vecchio continente sia la principale meta turistica mondiale – spiega il presidente di Actl, Marina Verderajme -. Con il progetto 1001 stage abbiamo avviato 91 giovani nell’ambito di attività turistiche e della ristorazione soprattutto nel Sud. Ciò rappresenta un inizio di un percorso di avvicinamento a un settore che può essere determinante per la rinascita del Meridione e per la crescita del Paese, nonché per la creazione di nuove opportunità di lavoro soprattutto per i giovani».

Con lo strumento dello stage e della formazione on the job, l’iniziativa ha offerto la possibilità di utilizzare gratuitamente i servizi di Actl, in collaborazione con Prospera e Recruit: l’iter di selezione e attivazione dei tirocini per le aziende, l’orientamento e l’avviamento per chi fosse in cerca di occupazione. Nel corso dei mesi il numero di aziende ufficialmente iscritte a 1001 stage è cresciuto raggiungendo quota 937 per 8.975 candidati, risultato di una prima selezione di utenti con requisiti in condizioni di occupazioni e inoccupazione richieste dal progetto. Di questi, da evidenziare che il 25,3% ha tra i 15 e i 29 anni, non risulta iscritto né a scuola, né all’università, non lavora e nemmeno segue corsi di formazione o aggiornamento professionale, mentre il 18,3% è costituito da giovani sotto i 25 anni che hanno ultimato l’istruzione obbligatoria da non più di due anni.

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