23 December 2025

Da Nang, Intercontinental Sun Peninsula: miglior hotel del Vietnam

IC-Danang-Panorama_212L’Intercontinental Sun Peninsula a Da Nang dista solo pochi minuti dal centro della città vietnamita, ma è un avamposto sulla penisola e dispone di una spiaggia privata di 700 metri accessibile solo dall’hotel o dal mare. L’albergo è stato giudicato il miglior resort del Vietnam e il miglior nuovo resort dell’Asia e lo si capisce visitandolo con i sui livelli che digradano verso il mare, sulle pendici della “Monkey hill” che sovrasta l’omonima baia, dove sono incastonate le 198 camere, in realtà ville e cottage, su 39 ettari di superficie. Basato sull’inventiva architettonica di Bill Bensley, offre un servizio raffinato, arredamento ricercato e diverse opzioni per la ristorazione. La Harnn Heritage spa con una serie di trattamenti altamente specializzati, incluso il Bastien Gonzales studio, peculiare per la riflessologia plantare.  Le camere, poste sulla collina e collegate con la spiaggia da una cremagliera chiamata “Gondola” sono tutte dotate di tv a schermo piatto, Ipod docking station, impianto audio Bose, macchina da caffè Illy espresso, mini bar, e nelle suite una piccola cantina per il vino. Le camere partono dalla Resort Premium, 80 mq di superficie, arrivare alle Atrium Suite con terrazzo privato, e alle Heavenly Penthouse, con 170 mq a disposizione, e la piscina privata. Infine le Seaside Villa by the beach, Seaside Villas on the rocks,(145 mq), le Spa Lagoon retreat villas, e la Royal Residence by the sea, con 300 mq di superficie.

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I CRM evoluti permettono agli operatori di riconoscere il viaggiatore prima ancora che entri in hotel, mentre l’intermodalità treno–aereo semplifica connette i territori anche fuori dai flussi principali. Le nuove interfacce digitali consentono di gestire un viaggio in autonomia e i sistemi predittivi aiutano a prevenire disservizi e ottimizzare carichi, energie, risorse.\r\n\r\nÈ in questo scenario che BIT 2026 – presentata da Fiera Milano da martedì 10 a giovedì 12 febbraio prossimi – porta al centro della discussione le visioni di chi sta guidando queste trasformazioni dentro l’ospitalità e l’aviazione, anche grazie al nuovo Think Tank che sta già facendo dialogare decine di professionisti. Parlando di innovazione, due voci autorevoli del suo Advisory Board raccontano prospettive complementari: Giovanna Manzi, consulente strategica tra ospitalità e innovazione, e Caroline Schaefer, esperta internazionale di aviation con una lunga esperienza nel management dei grandi vettori.\r\n\r\nCambiamenti in atto da tempo, ma che stanno cambiando passo\r\n\r\nGuardando all’hôtellerie, per Manzi l’innovazione affonda le radici in una trasformazione iniziata molto prima dell’AI. “Quando ho cominciato, le prenotazioni viaggiavano su telex e microfiche. Poi arrivarono il fax, il booking online, e tutto cambiò”, racconta. Una rivoluzione che ha portato nuove aspettative e standard globali: “L’ospite non confronta più l’hotel di fronte, ma il miglior servizio ricevuto in qualunque parte del mondo”. Da qui, la necessità di processi più efficienti, strutture più performanti e un approccio nuovo al valore: “Hotel più belli, più servizi di qualità e una gestione organizzativa più solida. E questo è possibile solo grazie alla tecnologia”.\r\n\r\nUn tema centrale è quello della customer journey personalizzata. Nell’ospitalità, sottolinea Manzi, i CRM evoluti e le piattaforme AI “hanno cambiato il modo di comunicare, analizzare preferenze e costruire percorsi su misura”, con benefici diretti non solo per il cliente ma anche per la sostenibilità dell’impresa: “La velocità con cui l’AI analizza dati e restituisce insight riduce inefficienze, sprechi e costi, aumentando produttività e qualità del servizio”. E non riguarda solo il front office: “Nel back office e nell’HR si gioca una partita decisiva: parliamo del 25–27% dei costi. Le applicazioni AI stanno già ottimizzando processi che prima richiedevano molto più tempo”.\r\n\r\nMa l’innovazione non è mai puramente tecnica: “L’unico vero ostacolo è la paura del cambiamento. Se il clima aziendale non concede l’errore, non può esserci innovazione”, osserva Manzi. La tecnologia, al contrario, può liberare creatività: “Come la burocrazia all’inizio del ’900, standardizza il ripetitivo per lasciare spazio al pensiero strategico. Non sostituisce l’uomo, lo potenzia”.\r\n\r\nUna customer journey sempre più accessibile, sostenibile e connessa\r\n\r\nUno sguardo complementare arriva dall’aviazione. Per Schaefer, oggi la customer journey “ruota intorno a tre parole chiave: accessibilità, sostenibilità e connettività strategica”. La capacità aerea, le rotte e le alleanze definiscono il modo in cui le destinazioni crescono: “Dove vola un aereo, arrivano i flussi, si generano investimenti e si attivano sinergie pubblico-private”. E la tecnologia amplifica queste dinamiche: l’intermodalità treno–aereo e i network globali “distribuiscono i flussi, valorizzano territori secondari e migliorano l’esperienza complessiva”.\r\n\r\nSulla customer experience, Schaefer insiste su un equilibrio fondamentale: “La vera innovazione è quella che semplifica e personalizza”. Standard come l’NDC permettono a compagnie e agenzie “di proporre offerte più trasparenti, aggiornate in tempo reale e costruite sulle esigenze del viaggiatore”. Allo stesso modo, le piattaforme digitali di self-service “danno al passeggero autonomia in ogni fase, aumentando flessibilità e riducendo attese”. Ma resta centrale l’elemento umano: “L’assistenza proattiva, anche con supporto AI, funziona solo se c’è capacità di ascolto, empatia e chiarezza nei valori”.\r\n\r\nIl ruolo della tecnologia è quindi duplice: abilitare nuovi modelli di business e, allo stesso tempo, consolidare la fiducia del viaggiatore. In aviation, questo tocca anche la sostenibilità: “Efficienza operativa, carburanti sostenibili e partnership di filiera sono oggi prerequisiti reputazionali”. Chi investe realmente in queste leve “genera valore condiviso e migliora la percezione del territorio”.\r\n\r\nIn BIT 2026, questa visione trasversale dell’innovazione trova la sua espressione più ampia nel Travel Makers Fest, il cuore concettuale della manifestazione. Un programma di tre giorni distribuito in sei piazze integrate nel layout espositivo con centinaia di appuntamenti all’insegna del tema Costruire ponti. Immaginare nuovi ecosistemi, che interpreta l’innovazione come capacità di superare confini geografici, culturali e mentali per dare vita a nuovi modi di progettare il viaggio.\r\n\r\nPiena centralità all’innovazione anche nel percorso espositivo con l’Innovation District, dedicato alle tecnologie e ai servizi ad alto valore aggiunto, e negli strumenti digitali della manifestazione: la Digital Platform, attiva tutto l’anno, permette agli operatori di creare un’agenda personalizzata, dialogare con gli espositori via chat, prenotare incontri, consultare cataloghi multimediali e seguire il programma dei talk e delle arene tematiche. Tecnologia, dati e nuovi modelli di relazione ridisegnano dunque l’esperienza turistica. Ma è nelle persone che si misura la qualità del cambiamento. BIT 2026 raccoglie questa sfida: fare della manifestazione un luogo dove dialogano innovazione e capitale umano, creando un ecosistema capace di guidare la trasformazione del settore.\r\n\r\nbit.fieramilano.it/\r\nAppuntamento a Fiera Milano, quartiere di Rho, da martedì 10 a giovedì 12 febbraio 2026.\r\n\r\n ","post_title":"Innovazione, dati e customer journey: a BIT 2026 si ridisegna l’esperienza del viaggiatore","post_date":"2025-12-12T13:19:53+00:00","category":["informazione-pr","mercato_e_tecnologie"],"category_name":["Informazione PR","Mercato e tecnologie"],"post_tag":[]},"sort":[1765545593000]}]}}