16 April 2024

Rapporto Enac: cresce il traffico aereo e le low cost conquistano il mercato

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L’Enac celebra i 20 anni di attività con un grande evento all’Auditorium Parco della Musica di Roma e presenta il rapporto annuale 2017, con risultati in crescita del traffico aereo, soprattutto low cost, e degli investimenti infrastrutturali.

Per la prima volta le low cost hanno conquistato uno share di mercato superiore al 50%, sia nella classifica del traffico nazionale sia in quello globale. Un sorpasso che era nell’aria da tempo e che è stato sancito dai numeri ottenuti dal comparto nel 2017: le compagnie aeree a basso costo hanno infatti registrato una crescita del 9,3% rispetto al 2016, arrivando a quota 88 milioni 820.337 passeggeri, mentre i vettori tradizionali sono cresciuti “solo” del 3,28%, per un totale di 85 milioni 807.904.

Andando nel dettaglio dei vettori, nella graduatoria del traffico internazionale, Ryanair ha registrato 25 milioni 168 mila passeggeri, seguita da EasyJet con 13 milioni 697 mila e Alitalia con 9 milioni 614 mila. Se invece si guarda al traffico nazionale, la prima compagnia è Alitalia con 12 milioni 151 mila passeggeri, seguita a stretto giro da Ryanair con 11 milioni 104 mila pax e EasyJet con 2 milioni 828 mila.

Negli aeroporti nazionali sono transitati 174 milioni 628.241 passeggeri, con un aumento del 6,2% rispetto al 2016. In aumento anche il numero dei movimenti aerei commerciali, del 2,4% rispetto al 2016. Più rilevante, invece, l’aumento del trasporto cargo (merce + posta) con un totale di 1.090.923 tonnellate, il 9,2% in più del 2016. I primi tre aeroporti italiani per numero di passeggeri sono risultati Roma Fiumicino, seguito da Milano Malpensa e Bergamo. Sono continuati gli investimenti infrastrutturali, che hanno portato a una spesa complessiva di oltre 491 milioni di Euro.

«Oggi l’Enac è una sezione dinamica di realtà europee – ha detto Vito Riggio, presidente Enac -. Qualche volta ci sembra che sia riuscito un processo di sburocratizzazione, di velocizzazione, di avvicinamento alla comunità, di internazionalizzazione vero e costante come dimostra la presenza diffusa in organismi europei e internazionali. Qualche volta ripiombiamo nella palude, nella paura, nell’esitazione che caratterizzano purtroppo ampie parti delle macchine pubbliche e anche delle società private operanti nel nostro Paese. Toccherà a chi ci lavora e a coloro con i quali l’Enac lavora, fare in modo che il volto si rischiari, che le mete si illimpidiscano. Molto dipenderà dalla capacità di usare bene le risorse disponibili per colmare i vuoti e formare personale sempre più specializzato, come serve».

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