29 March 2024

Patanè: «Il Governo metta il turismo al centro della sua strategia di rilancio»

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«Sarebbe un imperdonabile errore se il Governo non tenesse il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell’economia italiana alla fine dell’emergenza epidemiologica in corso. Già prima di questa crisi il settore era attaccato su ogni fronte da grandi potenze economiche internazionali e quando l’epidemia sarà finita torneremo ad avere tanti turisti da tutto il mondo, ma dei loro soldi non vedremo quasi traccia, sarà tutto business di poche grandi economie straniere mondiali». Ad affermarlo è Luca Patanè, presidente di Confturismo-Confcommercio.

Il settore, 13% del Pil secondo Wttc, 15% dell’occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale secondo Banca d’Italia, è al centro di una crisi inimmaginabile. Già certa la perdita di oltre 30 milioni di turisti italiani e stranieri tra marzo e maggio – quasi 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche ma anche di consumi nei ristoranti e pubblici esercizi, nello shopping, nei trasporti locali, nelle visite guidate alle città d’arte, ai musei, ai siti archeologici. Ma le prospettive sono ancora peggiori. Sui quasi 200 miliardi di volume d’affari complessivo che il turismo genera – direttamente e tramite effetti su altri settori – le previsioni meno pessimistiche indicano una perdita nell’ordine del 60% da qui a fine anno, mentre sono totalmente fermi i viaggi degli Italiani all’estero, almeno fino a estate inoltrata avrebbero dovuto essere 22,5 milioni.

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 Si prospetta quindi uno scenario che potrebbe essere molto simile a quello delle grandi destinazioni africane del secolo scorso, quando si affacciavano per la prima volta concetti di sostenibilità economica che invitavano gli operatori del turismo dei paesi avanzati a lasciare almeno una piccola parte della ricchezza generata col loro business nelle economie locali.

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