Banconista Roma e provincia
7 gennaio 2013 10:15
Tipologia di annuncio: Richiesta di lavoro
Annuncio pubblicato da: Marco
Telefono: 348 8423045
Email:
Provincia: • Frosinone, Latina, Lazio, Rieti, Roma, Viterbo
Comune: • Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo
Settore: • agenzie di viaggio, compagnie aeree, hotel, tour operator
Mansione: • addetto biglietteria, banconista, receptionist
Testo dell'annuncio
Annuncio pubblicato da: Marco
Telefono: 348 8423045
Email:
Provincia: • Frosinone, Latina, Lazio, Rieti, Roma, Viterbo
Comune: • Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo
Settore: • agenzie di viaggio, compagnie aeree, hotel, tour operator
Mansione: • addetto biglietteria, banconista, receptionist
Testo dell'annuncio
Banconista con esperienza pluriennale presso agenzie di viaggio e tour operator, compagnie aeree e receptionist presso hotel. Utilizzo Crs Sabre e Galileo, Sipax Plus, vendita biglietterie aeree, ferroviarie e marittime. Vendita pacchetti turistici. Contabilità prima nota, AS 400, Nuconga. Per Roma e provincia. Disponibilità immediata. Automunito, motomunito. Marco, cell 348 8423045.
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Cresce la presenza della collezione Tapestry in Italia. Il soft brand del segmento upscale di casa Hilton conterà infatti presto tre nuovi hotel a Roma, Napoli e Perugia, che si aggiungeranno alle 36 proprietà del gruppo Usa già presenti nella penisola, tra cui l’Ambasciatori Hotel Venice Mestre, Tapestry Collection, di recente apertura. “I nostri piani di sviluppo nel paese sono molto ambiziosi e siamo entusiasti di vedere un forte interesse da parte dei proprietari e una domanda solida da parte degli ospiti", sottolinea il senior vice president of development Emea Hilton, Patrick Fitzgibbon.
Situato nel cuore di Roma, a pochi metri dai musei Vaticani, lo Spring House Hotel Rome Vatican, Tapestry Collection by Hilton, sarà il secondo hotel di questo brand nella capitale dopo l’apertura del Cosmopolita Hotel Rome nel 2022. La struttura disporrà di un ristorante e bar, un’area benessere, una terrazza all’aperto e 73 camere. I lavori dell’hotel, che dovrebbero essere completati all’inizio del 2025, fanno seguito a un accordo di franchising con Spring House, di proprietà di Stefano Gabbani e della sua famiglia, che gestisce la struttura dal 1969.
Napoli accoglierà il suo primo hotel Tapestry grazie a un accordo di franchising con Ownco, che ha già visto l’apertura del Britannique Naples, Curio Collection by Hilton nel 2020. Palazzo Caracciolo Naples, Tapestry Collection, un antico palazzo del tredicesimo secolo, fu la prima dimora di Gioacchino Murat quando arrivò a Napoli prima di diventarne il re. Con il suo stile e il design rinascimentale ancora oggi visibile, l’hotel continuerà ad accogliere gli ospiti durante i lavori di ristrutturazione e sarà completamente ribattezzato Tapestry in primavera. La proprietà conta 145 camere, un ristorante, un bar, una palestra e un’area benessere, e si trova a pochi passi dalla costa.
Situato nel cuore di Perugia, la Rosetta Hotel Tapestry Collection sarà il primo hotel Hilton ad aprire in questa zona. Con parti della struttura originariamente costruite nel quindicesimo secolo, la struttura, che dispone di 74 camere, vanta soffitti dipinti a mano, mobili in legno e opere d’arte sulle pareti. Il completamento dell’hotel è previsto per la seconda metà del 2025 e segue un accordo di franchising con una società di proprietà dei membri della famiglia di Simone Fittuccia e Rodolfa Mencarelli.
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Con ospiti ricchi ed esigenti provenienti da Cina e India, diventa essenziale per l’industria del turismo italiana soddisfare aspettative, durante l’intero viaggio – dalla richiesta del visto al ritorno a casa – di un servizio di altissima qualità.L’analisi di Mauro Sementilli, Vice-Responsabile per l’Italia di VFS Global, la principale società di outsourcing e servizi tecnologici per governi e missioni diplomatiche in tutto il mondo.
Roma antica e Venezia, le mete classiche del Grand Tour alla fine del XVIII secolo degli aristocratici inglesi, oggi sono altrettanto amate da facoltosi viaggiatori cinesi o indiani, così come europei o americani. Nell’ultimo anno si è assistito ad un costante aumento delle prenotazioni dovuto al ritorno dei big spender cinesi. I marchi di alta moda di Roma, Firenze e Milano –per primi hanno registrato un ritorno ai ricavi pre-pandemia, in gran parte grazie ai turisti cinesi, attratti in particolare dal Quadrilatero della Moda a Milano e dalla zona intorno a via del Tridente a Roma, che hanno visto incrementi rispettivamente del 152% e del 128%, negli acquisti tax-free, con lo scontrino medio più alto (1.990 euro) a Milano. Il mercato cinese ha registrato un aumento del 226% nel volume degli acquisti tax-free e di oltre il 150% nel il numero di transazioni. Secondo un sondaggio della piattaforma asiatica Travelzoo, l’Italia è in Europa la destinazione preferita dai turisti cinesi. A VFS Global abbiamo registrato richieste di visti Schengen italiani da parte di cittadini cinesi (di cui la stragrande maggioranza sono turisti) passare da 150.000 nel 2010 a 570.000 nel 2019, l'anno di picco dei viaggi pre-pandemia, per la maggior parte a Pechino e Shanghai, con impennate nei periodi del Capodanno cinese (dicembre e gennaio), le vacanze estive e la "settimana d'oro" delle festività nazionali cinesi in ottobre.
[caption id="attachment_462601" align="aligncenter" width="503"] Ufficio Visti per l’Italia a Chongqing di VFS Global[/caption]
Si prevede che quest’anno verranno superati i numeri pre-pandemia, che vide 3,5 milioni di arrivi di turisti dalla Cina nel 1919. Fendi, Armani, Prada e Dolce & Gabbana sono per loro affascinanti quanto le rovine antiche. Se un tempo i tour di gruppo erano la vista più comune, ora una nuova generazione – ricca, giovane e più indipendente – vuole spingersi oltre i percorsi più battuti. Dopo un lockdown particolarmente duro, i cinesi sono i “turisti di rivalsa” per eccellenza, che vogliono recuperare il tempo perduto. Ciò che cercano sono esperienze uniche, coinvolgenti e autentiche, esplorando le città minori, le campagne, le isole, la gastronomia locale.
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Destinazione privilegiata per le nozze
Se il turista cinese dedica qualche giorno allo shopping, sulle orme di divi come George Clooney, Emily Blunt e John Legend, miliardari e VIP del mondo dello spettacolo indiani scelgono sempre più frequentemente l'Italia per festeggiare le nozze in grande sfarzo. Tra i matrimoni di nota, quello in Toscana del giocatore di cricket Virat Kohli con l'attrice di Bollywood Deepika Padukone. Mukesh Ambani, con un patrimonio netto stimato sui 42 miliardi di dollari, ha regalato all’unica figlia un matrimonio indimenticabile sul lago di Como, fra le destinazioni più ambìte, con Toscana, riviera Ligure, Umbria, Puglia e costiera Amalfitana.
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Con questa tipologia di ospite le aspettative per l’intero viaggio, dalla richiesta del visto al rientro a casa, sono quelle di un servizio di prima classe. In VFS Global stiamo notando che molti optano per il comodo “Visa at Your Doorstep”, con il quale i dati biometrici vengono rilevati nel momento e nel luogo scelti dal richiedente. Sia cinesi che indiani preferiscono inoltre spesso di farsi spedire i visti tramite corriere, sfruttando le nostre fasce orarie estese del primo mattino e della sera tardi per evitare di interrompere la giornata lavorativa.
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Se l’Italia riuscirà a soddisfarne bisogni e desideri, anche loro si innamoreranno di questo magico paese, proprio come hanno fatto nei secoli scorsi europei e americani. E, una volta creato il legame, continueranno a tornare per sempre.
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[post_content] => La ripresa, dal prossimo 31 marzo, del collegamento Vueling tra Milano Linate e Barcellona rappresenta un'occasione in più per raggiungere il capoluogo della Catalunya e ripercorrere il percorso creativo di Antoni Gaudí: l'artista che seppe dare una lettura del tutto personale al Modernismo spagnolo.
Visitare le creazioni di Gaudí avvicina il turista all'anima di Barcellona e lo riporta agli ultimi anni dell’800, quando in Europa nacque quella corrente artistica che fu l’Art Nouveau in Francia, il Liberty in Italia, lo Jugendstil in Germania e la Sezession in Austria. Antoni Gaudí i Cornet fu l’artefice di un linguaggio architettonico unico: al centro di ogni cosa mise la natura, la luce e soprattutto l’acqua, che sembra prendere vita nelle linee sinuose degli edifici, negli spazi interni e nei giochi di trasparenze dei vetri.
Gaudì nacque nel 1852 a Reus, in Catalunya. Il nonno e il padre erano artigiani del metallo e questa scuola quotidiana troverà espressione nella sua opera. Studiò architettura a Barcellona dove uno dei docenti affermò: “Solo il tempo ci dirà se abbiamo conferito il titolo a un pazzo o a un genio”. L’architetto riconobbe nella Natura l’essenza dell’architettura e ne ripropose i modelli in tutte le sue opere. Il profilo di una montagna diventa la facciata di una casa, le spire arrotondate di una conchiglia si ripetono nella struttura decorativa in ferro di un balcone, le zampe di un cervo si trasformano nelle gambe di una sedia… Gaudì creò i gioielli del modernismo catalano, opere che ne testimoniano la genialità e lo sguardo innovativo. Nel 1878 incontrò l’industriale Eusebi Güell, che divenne suo amico e mecenate. Per lui realizzò il Park Güell - dove si può vedere la nota lucertola di mosaico - e Casa Güell; dal 1984 entrambi sono Patrimonio dell’Unesco insieme con la Cripta della Colonia Güell.
Gaudì iniziò a lavorare alla Sagrada Familia nel 1883, ricordando le cattedrali antiche. Sapeva che non avrebbe mai visto concluso il suo tempio espiatorio ma proprio questo, secondo il noto critico d’arte italiano Giulio Carlo Argan, sarebbe il lascito dell’artista alla sua città: un’opera che rappresenta la fede in continua evoluzione del popolo catalano, una testimonianza vivente del mutare degli uomini e delle generazioni. Oggi, visto l’elevato numero di turisti, bisogna riservare online l’accesso alla Sagrada Familia (Patrimonio Unesco dal 2005). Una volta entrati si viene circondati dal silenzio e dallo stupore. Una selva di colonne si alza verso il cielo e testimonia il grande spirito innovativo di Gaudì. È un palmeto illuminato da vetrate realizzate con tecniche di lavorazione del vetro che risalgono al XII secolo. Vetrate blu e verdi a est, che si accendono dei raggi del sole al mattino e gialle e rosse a ovest, dove si illuminano al tramonto. Gaudì amava la luce, per questo nelle sue case costruì diversi cortili interni in modo che ogni cosa fosse illuminata.
Anche per visitare Casa Batllò - patrimonio dell’Unesco dal 2005 - conviene acquistare il biglietto online. L’industriale tessile Batlló chiese a Gaudì di creare per lui una costruzione unica nell’allora nuovissimo ed esclusivo quartiere dell’Eixample. E Gaudì realizzò una casa sorprendente. L’interno si sviluppa in onde e spirali e l’attenzione si ferma su tanti dettagli: dai corrimano delle scale ai pomelli ergonomici delle porte, dai camini colorati del tetto che rappresentano antichi guardiani alle vetrate “marezzate” che si affacciano sulle piastrelle turchesi delle scale trasportando il visitatore in immaginarie profondità marine. Una Casa davvero particolare, ma anche abitabile.
Nel 1906 l’industriale Pere Milá i Camps commissionò a Gaudì la costruzione della sua Casa modernista nota come “la Pedrera”, “la cava”. Un nome adatto all’edificio per le sue forme che richiamano la parete di una montagna, ma anche una critica dei coetanei abitanti dell’Eixample: i marciapiedi davanti alla costruzione furono infatti invasi dalle pietre per ben 4 anni. La Pedrera è Patrimonio dell’Unesco dal 1984. Per visitarla e scoprirne la bellezza è necessario premunirsi del biglietto.
La vicenda umana e artistica di Antoni Gaudì ebbe poi uno sviluppo inaspettato. Una volta giunto all’apice del riconoscimento pubblico per la sua abilità Gaudì decise di ritirarsi dalla vita sociale per dedicarsi a una personale ricerca religiosa. Morì nel 1926 investito da un tram e la sua Barcellona gli diede l’addio in una solenne cerimonia che si tenne proprio nella Sagrada Familia.
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[post_title] => Barcellona: itinerario sulle orme di Gaudí, con la ripresa del volo da Milano Linate
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[post_content] => In occasione di Bit Milano 2024, Rovigo Convention & Visitors Bureau ha presentato i nuovi strumenti di marketing, comunicazione e promozione turistica del suo territorio. Si tratta di ulteriori risorse che vanno a implementare un dialogo sempre più diretto con il visitatore, a sottolineare le molte opportunità che offre una stagione tutta da vivere e da scoprire nelle terre fra Adige Po, tra arte, storia, cultura, enogastronomia e natura.
Si tratta di ville, palazzi e luoghi sacri che custodiscono piccoli e grandi tesori. «Per accompagnare la scoperta dell’offerta turistica che di anno in anno si arricchisce, il Rovigo Convention & Visitors Bureau, da sempre attivo nella promozione di viaggi leisure & business, ha creato nuovi strumenti e altrettante occasioni per una vacanza in questi luoghi - spiega Cristina Regazzo, responsabile di Rovigo Cvb -. L’intensa attività svolta ha permesso infatti di creare, supportare e avviare ulteriori asset e iniziative, grazie in particolare al sostegno di Camera di commercio Venezia-Rovigo, fondazione Cariparo e Gal Adige, associazione costituita da un partenariato pubblico-privato che si occupa della valorizzazione rurale di 17 comuni del Polesine attraverso fondi comunitari».
In rassegna tutti gli strumenti: le prime sei brochure tematiche, cinque video dedicati agli itinerari open-air e un portale web che continuerà il suo sviluppo nel 2024, collegandosi al dms regionale. In più, altri due video: per la promozione delle terre fra Adige-Po come destinazione wedding e come meta meeting & eventi, nell’ambito delle azioni realizzate con la rete regionale Venice region convention bureau betwork. Il tutto, senza tralasciare la versione in inglese dell’app Discover Rovigo, divisa in quattro volumi tematici: Rovigo, piccola ma sorprendente, Delta del Po, la Vita è una giostra, “Saperi e sapori.
Nuovi siti culturali apriranno inoltre i battenti nel 2024. In particolare il museo diocesano della cattedrale di Adria-Rovigo il cui vernissage è previsto per settembre, vanterà un susseguirsi di sale caratterizzate da nuclei a tema, con opere provenienti da tutta la diocesi, come quelle della quadreria della pinacoteca del Seminario, argenti e suppellettili, la Madonna della Vita e il polittico di Raccano (opere di Michele da Firenze in terracotta dipinta del ‘400 padano).
Tornano poi le grandi mostre di palazzo Roverella a Rovigo. In linea con i successi di Kandinskij e Renoir, il 2024 accende i riflettori su un altro artista francese tra i più rappresentativi della Parigi di fine secolo: Henry Toulouse-Lautrec (dal 23 febbraio al 30 giugno). L'esposizione è promossa dalla fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il comune di Rovigo e l’accademia dei Concordi.
Il 2024 è infine anche anno di celebrazioni importanti, come i 100 dalla morte di Giacomo Matteotti, grande uomo politico polesano, pubblico amministratore, molto attivo e impegnato nell’attività sindacale delle cooperative e nell’attività parlamentare, segretario del partito Socialista Unitario. La mostra Giacomo Matteotti (1885 –1924). Storia di un uomo libero, promossa dal comitato provinciale per le Celebrazioni e sostenuta da fondazione Cariparo, si terrà dal 5 aprile al 7 luglio a palazzo Roncale.
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Scalapay sigla un importante accordo con Federterme, l’organizzazione italiana fondata nel lontano 1919 rappresentativa delle aziende termali del nostro Paese, che vi aderiscono per la quasi totalità, con oltre 350 realtà.
L’accordo consente di introdurre il sistema del buy now pay later nel mondo del termalismo, che movimenta circa 2 milioni e 800 mila persone l’anno. Il termalismo, infatti, si declina sia come soggiorno benessere e relax, sia come metodo di cura, con il 90% dei centri accreditati al Servizio Sanitario Nazionale. Un bacino di rilievo, che attrae target diversi: dagli sportivi a chi necessita percorsi di riabilitazione, dalle giovani coppie amanti delle spa a quanti interessati ad abbinare l’offerta culturale dei territori.
Matteo Ciccalé, travel partnership director di Scalapay, commenta: "Federterme è una realtà che da sempre supporta una categoria del turismo al contempo complessa e ricca di valore per il nostro territorio. Scalapay, in quanto fintech dal cuore italiano, ha l'obiettivo di allearsi alle federazioni di questo tipo per restituire il più possibile al turismo italiano; con Federterme abbiamo messo a disposizione una task force interna per raccontare e supportare l'innovazione dei pagamenti ad albergatori e operatori nel settore del benessere termale. Vogliamo creare opportunità di crescita per un tessuto imprenditoriale pronto a cavalcare il futuro”.
Con questo accordo Scalapay sarà uno strumento disponibile e agevolato per gli operatori in tutte le regioni italiane, su vasta scala, aumentando in modo esponenziale le realtà ricettive che già avevano scelto di lavorare con la fintech: Monticello Spa (Lombardia), Abano Terme (Hotel Venezia, Savoia Thermae & Spa Hotel, Helvetia, Hotel Terme Milano, Hotel Terme Roma, Hotel Terme Bologna), Montegrotto Terme (Hotel Terme delle Nazioni), Chianciano (Grand Hotel Terme), Saturnia (Terme di Saturnia), Riolo (Grand Hotel Riolo), oltre la Sardegna (Terme di Sardegna).
Federterme non si limita a offrire agli associati questo indubbio benefit, ma si fa promotore dei vantaggi della sua introduzione. Insieme a Scalapay organizzerà nei mesi di dicembre e gennaio webinar gratuiti per gli associati, eventi formativi a cui si aggiungeranno materiali informativi, guide sull’innovazione e supporto dedicato.
A conferma dell’interesse di Scalapay per il segmento termale, in occasione della prossima edizione di BIT (4-6 febbraio, Allian MiCo, Milano), la fintech parteciperà in qualità di partner ad alcuni incontri rivolti al consumatore finale e agli operatori del settore, nel contesto del Villaggio Thermalia by Federterme che accende i riflettori sul turismo termale.
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[post_content] => Eva Air ha scelto Daniela di Monaco srl - Immagine & Comunicazione come ufficio stampa e pr in Italia.
La compagnia aerea nata nel 1989 come prima compagnia aerea internazionale privata di Taiwan, opera in Italia da poco più di un anno e che lo scorso 27 ottobre 2023 ha festeggiato il primo anniversario del collegamento sulla tratta Milano Malpensa-Taipei.
L’impegno e l’investimento del vettore nel mercato Italia non riguarda solamente il successo e l’incremento dei voli Taipei-Milano Malpensa, ma è un impegno finalizzato allo sviluppo di una alleanza culturale tra Taiwan e l’Italia, per agevolare attivamente la reciprocità tra i due Paesi, promuovendo il turismo, gli affari e gli scambi culturali e permettendo ai taiwanesi di scoprire arte, moda e cultura di Milano e dell’Italia e agli italiani di conoscere la passione e l’ospitalità del popolo taiwanese.
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[post_content] => Turisanda1924 compie 100 anni e, per festeggiare degnamente un compleanno così importante, lancia i viaggi Route 1934: sette itinerari on the road alla scoperta della West Coast. I nuovi tour di diversa durata, da sette a dieci notti, possono essere scelti con la garanzia di un numero ristretto di partecipanti (minimo due, massimo 20) e si articolano diverse proposte: tre base (Explorer 1924, Glamping 1924 e Clear Sky 1924), da sette od otto notti, che coprono il tragitto che parte da Los Angeles proseguendo nell’entroterra americano verso Las Vegas, Arizona e Utah, attraversando canyon e paesaggi mozzafiato, chiudendo infine con il ritorno a Las Vegas. A queste si aggiungono altre quattro soluzioni (Discovery 1924, West 1924, Stars 1924 ed Essential 1924), da dieci notti ciascuna, che allo stesso itinerario delle precedenti integrano la visita alla città di San Francisco come tappa finale.
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[post_content] => L’industria cantieristica navale è una delle eccellenze italiane: il mondo della crocieristica è in costante crescita vista la sua capacità di attirare un pubblico diversificato di viaggiatori. Per questo il Cantiere Fincantieri di Monfalcone è costantemente in attività: vengono realizzate tre navi in contemporanea, capaci di portare sul mare le più interessanti innovazioni tecnologiche, come l’air lubrification system (ALS), che facilita la penetrazione dello scafo nell’acqua con la creazione di un cuscino di bolle sotto lo scafo che favorisce lo scivolamento della nave e porta a una riduzione dei consumi.
La storia dei cantieri di Monfalcone è molto affascinante e ci porta all’inizio del secolo scorso: nel 1908 i Cosulich, una famiglia di armatori, fondò il Cantiere Navale Triestino per incentivare la costruzione di navi per l’Impero austro-ungarico. Acquistarono i terreni dell’area di Panzano e, mentre realizzavano navi sempre più grandi e innovative nelle acque che bagnano Monfalcone, avviarono anche un processo politico-sociale costruendo un quartiere residenziale che ospitava i lavoratori del cantiere navale.
È la voce dello storico navale Matteo Martinuzzi, direttore scientifico della Fondazione Fincantieri, a narrare l’affascinante percorso storico. «Il villaggio operaio di Panzano è stato costruito tra il 1920 e il 1927. L’architetto Dante Fornasir progettò i due alberghi che avrebbero ospitato le persone non stanziali impegnate nei cantieri di Monfalcone; la struttura destinata agli impiegati della fabbrica oggi è stata trasformata in un hotel dove si trova anche un piccolo spazio museale che racconta la storia della piccola Company Town. - prosegue lo storico – Poi è stato costruito un albergo con 700 stanze per gli operai celibi. Panzano era una company-town (autonoma rispetto a Monfalcone) e la famiglia Cosulich, proprietaria del cantiere fino al 1930, voleva dare una sorta di imprinting alle proprie maestranze.
L'operaio doveva svolgere in modo efficiente il proprio compito all’interno della fabbrica e poi, terminato l’orario di lavoro, continuare a vivere in simbiosi con essa. La fabbrica doveva essere una grande comunità e Panzano aveva dei servizi avveniristici rispetto a Monfalcone, il cui centro storico era stato distrutto durante la prima guerra mondiale. Panzano aveva un mercato, uno spaccio per i beni di consumo, aveva l'agraria e un acquedotto.
Era stato anche costruito il campo sportivo Costanzo Ciano, che viene utilizzato ancora oggi». La storia del Cantiere Navale Triestino prosegue fino al 1930, quando lo Stato deve intervenire perché le industrie cantieristiche non riuscivano a sostenersi autonomamente: sia per la crisi del ‘29 che per i costi elevati delle costruzioni navali. «L’argomento è molto complesso: - sottolinea Matteo Martizuzzi - la famiglia Cosulich si era esposta troppo con le banche. Sovvenzionata dalla Banca Commerciale Triestina aveva acquistato partecipazioni nelle maggiori società della città e aveva fatto costruire le più grandi motonavi diesel dell'epoca: la Saturnia e la Vulcania. Ma la realizzazione dei motori sperimentali fu complessa e le navi furono consegnate con un anno di ritardo. Questo portò a dei costi ulteriori per la compagnia, che si trovò finanziariamente strozzata dai troppi investimenti e dalla crisi del settore.
Nel ‘29 la Cosulich ricevette un pagamento dei danni di guerra parziale che non fu sufficiente per risolvere i suoi problemi. La Comit intervenne allora per salvare il gruppo e la banca che lo finanziava e decise di prendere a sé le partecipazioni azionarie. Formò nel 1930 una società cantieristica dedicata alla Venezia Giulia chiamata Cantieri Riuniti dell’Adriatico (CRDA) che controllava i cantieri di Monfalcone, Trieste, Muggia e Pola. Dopo la nazionalizzazione del 1930, nel ‘34 i CRDA furono temporaneamente privatizzati dal consorzio di Guido Segre e nel 1937 furono definitivamente conglobati nell'IRI. I Cantieri Uniti dell’Adriatico resisteranno fino al 1966, quando la gestione cantieristica nazionale andò in crisi per la chiusura del Canale di Suez».
A questo punto la storia porta un nuovo cambiamento e acquisiscono il loro ruolo gli attuali protagonisti della cantieristica italiana: « Il governo decise di riorganizzare l'industria nazionale costituendo Italcantieri, - aggiunge infatti Martinuzzi - che è l'agglomerato dei cantieri di Sestri Ponente, Castellamare e di Monfalcone; inoltre chiuse il cantiere di Trieste e potenziò quello di Monfalcone come contropartita. La nuova società viene finanziata da Fincantieri che era nata nel ‘59 come finanziaria al servizio dell’industria cantieristica nazionale per la costruzione di Michelangelo, Raffaello, Galilei e Marconi. Solo nell’84 Fincantieri diventerà società operativa, dopo l'ennesima crisi dell'industria cantieristica. Il comparto è andato avanti per successive razionalizzazioni: gruppi sempre più unificati, fino a quando Fincantieri diventa un soggetto unico».
E la company-town di Panzano? «ll grande albergo degli operai venne bombardato dagli alleati nel ‘44, causando diverse vittime. Dopo anni di abbandono è stato ristrutturato nel 2007: quella che era la sala mensa del cantiere è passata al Comune e ospita il Museo della Cantieristica. Oggi è una struttura ricettiva multifunzionale con una settantina di stanze e anche l'asilo aziendale “Fincantesimo”, che può ospitare fino a un massimo di 34 bambini».
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Sale a otto strutture il portfolio marocchino del gruppo Barceló, che annuncia un investimento di oltre 80 milioni di euro per l'acquisizione e la successiva ristrutturazione di due 5 stelle a Casablanca e a Rabat. Le strutture, precedentemente gestite con il marchio Farah e rispettivamente dotate di 279 e 192 camere, verranno quindi ribrandizzate Royal Hideaway e Barceló.
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Per questo il Cantiere Fincantieri di Monfalcone è costantemente in attività: vengono realizzate tre navi in contemporanea, capaci di portare sul mare le più interessanti innovazioni tecnologiche, come l’air lubrification system (ALS), che facilita la penetrazione dello scafo nell’acqua con la creazione di un cuscino di bolle sotto lo scafo che favorisce lo scivolamento della nave e porta a una riduzione dei consumi. \r\nLa storia dei cantieri di Monfalcone è molto affascinante e ci porta all’inizio del secolo scorso: nel 1908 i Cosulich, una famiglia di armatori, fondò il Cantiere Navale Triestino per incentivare la costruzione di navi per l’Impero austro-ungarico. Acquistarono i terreni dell’area di Panzano e, mentre realizzavano navi sempre più grandi e innovative nelle acque che bagnano Monfalcone, avviarono anche un processo politico-sociale costruendo un quartiere residenziale che ospitava i lavoratori del cantiere navale. \r\nÈ la voce dello storico navale Matteo Martinuzzi, direttore scientifico della Fondazione Fincantieri, a narrare l’affascinante percorso storico. «Il villaggio operaio di Panzano è stato costruito tra il 1920 e il 1927. L’architetto Dante Fornasir progettò i due alberghi che avrebbero ospitato le persone non stanziali impegnate nei cantieri di Monfalcone; la struttura destinata agli impiegati della fabbrica oggi è stata trasformata in un hotel dove si trova anche un piccolo spazio museale che racconta la storia della piccola Company Town. - prosegue lo storico – Poi è stato costruito un albergo con 700 stanze per gli operai celibi. Panzano era una company-town (autonoma rispetto a Monfalcone) e la famiglia Cosulich, proprietaria del cantiere fino al 1930, voleva dare una sorta di imprinting alle proprie maestranze. \r\nL'operaio doveva svolgere in modo efficiente il proprio compito all’interno della fabbrica e poi, terminato l’orario di lavoro, continuare a vivere in simbiosi con essa. La fabbrica doveva essere una grande comunità e Panzano aveva dei servizi avveniristici rispetto a Monfalcone, il cui centro storico era stato distrutto durante la prima guerra mondiale. Panzano aveva un mercato, uno spaccio per i beni di consumo, aveva l'agraria e un acquedotto. \r\nEra stato anche costruito il campo sportivo Costanzo Ciano, che viene utilizzato ancora oggi». La storia del Cantiere Navale Triestino prosegue fino al 1930, quando lo Stato deve intervenire perché le industrie cantieristiche non riuscivano a sostenersi autonomamente: sia per la crisi del ‘29 che per i costi elevati delle costruzioni navali. «L’argomento è molto complesso: - sottolinea Matteo Martizuzzi - la famiglia Cosulich si era esposta troppo con le banche. Sovvenzionata dalla Banca Commerciale Triestina aveva acquistato partecipazioni nelle maggiori società della città e aveva fatto costruire le più grandi motonavi diesel dell'epoca: la Saturnia e la Vulcania. Ma la realizzazione dei motori sperimentali fu complessa e le navi furono consegnate con un anno di ritardo. Questo portò a dei costi ulteriori per la compagnia, che si trovò finanziariamente strozzata dai troppi investimenti e dalla crisi del settore. \r\nNel ‘29 la Cosulich ricevette un pagamento dei danni di guerra parziale che non fu sufficiente per risolvere i suoi problemi. La Comit intervenne allora per salvare il gruppo e la banca che lo finanziava e decise di prendere a sé le partecipazioni azionarie. Formò nel 1930 una società cantieristica dedicata alla Venezia Giulia chiamata Cantieri Riuniti dell’Adriatico (CRDA) che controllava i cantieri di Monfalcone, Trieste, Muggia e Pola. Dopo la nazionalizzazione del 1930, nel ‘34 i CRDA furono temporaneamente privatizzati dal consorzio di Guido Segre e nel 1937 furono definitivamente conglobati nell'IRI. I Cantieri Uniti dell’Adriatico resisteranno fino al 1966, quando la gestione cantieristica nazionale andò in crisi per la chiusura del Canale di Suez». \r\nA questo punto la storia porta un nuovo cambiamento e acquisiscono il loro ruolo gli attuali protagonisti della cantieristica italiana: « Il governo decise di riorganizzare l'industria nazionale costituendo Italcantieri, - aggiunge infatti Martinuzzi - che è l'agglomerato dei cantieri di Sestri Ponente, Castellamare e di Monfalcone; inoltre chiuse il cantiere di Trieste e potenziò quello di Monfalcone come contropartita. La nuova società viene finanziata da Fincantieri che era nata nel ‘59 come finanziaria al servizio dell’industria cantieristica nazionale per la costruzione di Michelangelo, Raffaello, Galilei e Marconi. Solo nell’84 Fincantieri diventerà società operativa, dopo l'ennesima crisi dell'industria cantieristica. Il comparto è andato avanti per successive razionalizzazioni: gruppi sempre più unificati, fino a quando Fincantieri diventa un soggetto unico». \r\nE la company-town di Panzano? «ll grande albergo degli operai venne bombardato dagli alleati nel ‘44, causando diverse vittime. Dopo anni di abbandono è stato ristrutturato nel 2007: quella che era la sala mensa del cantiere è passata al Comune e ospita il Museo della Cantieristica. 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